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fiume della vita

giovedì 26 gennaio 2017

27 GENNAIO-GIUSEPPE SELMI

27 GENNAIO LA MEMORIA (OLOCAUSTO)




Breve nota introduttiva.  Ho conosciuto il Maestro Giuseppe Selmi (primo violoncello della RAI di Roma e musicista di livello internazionale) ai primissimi insediamenti in terra romana. Per me fu un Angelo Custode nel senso pieno e Reale  del termine per tutta la durata del suo percorso su questa terra.  La reincarnazione amorevole del  padre mai conosciuto per raccontarne guida e corse.   Per mia madre, Festa sempre di Capodanno tutte le volte si trovava  di passaggio in terra romana.  ( e come ben ricordo  la Felicità sprizzante da sei occhi quella volta al ristorante Alfredo alla Scrofa con la posata d' oro simbolicamente donata in segno di onore al l'ospite di prima venuta!) Un'amicizia di venticinque anni, bella, intensa, alta e profonda, pura, Protettiva e discreta, fatta di piccole delicate attenzioni quotidiane che riuscivano a placare ogni inquietudine, anche al suo sorgere, della giovanissima artista che si apprestava a diventare, nonché della donna poi. Niente alterò o si frappose a questa Grazia inviata dalla benevolenza della sorte, neppure il mio matrimonio, i miei figli, i viaggi di entrambi, la malattia. Solo la morte riuscì a spezzarla. Una morte preceduta dal l'anticipazione di una serie di numeri o date che il Maestro sentiva come inesorabile premonizione a cui prepararsi e preparare anche me pur con infinita dolce mestizia. Cosa che allora io non volli credere. Fra le lettere conservate (molte ahimè perdute negli ultimi traslochi), ho un vinile che mi inchioda a questo giorno (27 gennaio) e che mi fa ricordare il Maestro nella sua forza, nella fiducia nella vita, ciononostante, il suo essere Musica oltre ogni  brutalità e crudeltà, nel massacro di anima e corpo,  nello sfinimento che prende quando pare sia inutile sperare, ma credendo al suo potere salvifico. Nel rigore della onestà formato  imperiale coraggioso in tutti i campionati.  Per lui lo fu. Sempre. Mirka




"Questo è l'inferno. Oggi, ai nostri giorni, l'inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi stare in piedi, e c'è un rubinetto che gocciola e l'acqua non si può bere, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succedere niente. Come pensare? Non si può pensare, è come essere già morti. Qualcuno si siede per terra. Il tempo passa goccia a goccia". 

(Primo Levi- Se questo è un uomo) 




 Nota- nelle foto sopra il dietro della copertina del vinile.  la sua mano entro cui stava il libriccino sul quale mise la composizione del suo Concerto Spirituale ispirato dal l'improvviso di un sogno fatto nella notte precedente, e la baracca col suo letto.  La foto sotto invece mostra il violoncello del Maestro, la sua sedia, la sua giacca abituale.  


 Se è impossibile ignorare la crudeltà cattiva di quella parte che convive a stretto contatto con l'uomo, dovere è ricordare che il dio maligno sa sempre giocare con Pazienza  anche quando pare un "povero" diavolo di Re che dispensa miele tenendo le manette tintinnanti in tasca.  La maschera è sempre la stessa. Levata la quale non c'è che il crimine, l'odio per chi osa non usare la stessa identica lingua.

Mirka   





"The Ballad Of Mathause" (Mikis Theodorakis)


 



Avete visto il mio amore cresciuto tra le mie carezze
 l'abbiamo visto ma senza il suo vestito bianco

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