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fiume della vita

lunedì 11 novembre 2013

NEL MONDO CI DEVE ESSERE POSTO PER TUTTE LE VOCI "NO" COMPRESI

Una bellissima sala un tempo appartenuta ai Gonzaga



 
Bel pomeriggio quello di sabato 9 passato da un giorno, se si esclude una lievitata  "noia" crescentina. Ma siamo in Emilia e il gnocco come la crescentina accolgono non solo nei giorni avanti festa.     L'invito mi aveva incuriosita dandogli la priorità sulle cose in corso.      Musicista, scrittore, poeta, cantante  e produttore di Festival"     Un pedigree da smuovere i sassi  dai piedi.    Così ho accettato l'invito.

L'incontro della persona in questione, di cui ometto per discrezione il nome,è avvenuto in una  bella sala d'antico tempo che fu dei Gonzaga, ora adibita a conferenze ,a consultazioni, ad eventi.      Pubblico numeroso ed eterogeneo.     Molti giovani ma anche di età più matura.  Qualcuno persino a terra e persino fuori nel cortile.      Io e  il mio amico in fondo.        Per un poco mi sono persa sugli affreschi del  soffitto.    Confetture di pesche, frutti sul giallo e rosso con sfumature tendenti al viola, qualche bambino col culetto scoperto e cicciotto e attorno un assemblaggio di libri.      Ogni tanto uno spiffero d'aria si insinuava fra le teste e i colli delle persone raggruppate davanti alla finestra spalancata procurandole irritazione e fastidio.   Sta a vedere che mi busco un'otite. Il sintomo serpeggia ", mi dico sbirciando con astiosità la finestra aperta.    Un'ovazione assomigliante a un piccolo oceano in piena mi fa capire che il personaggio atteso è arrivato.   Allungo collo e testa.  .Il passo dinoccolato e con un che di blasè mascherato da borotalco corrosivo.      Capelli lunghi e lisci gli  incorniciano il viso pallido, dai lineamenti fini  perforato da occhi che più che serenità trasmettono inquietudine, forse dovuto a qualche ossessione comprensibile solo a lui.       Va subito al sodo parlando degli amori che "sconvolsero" la sua vita.   Nella musica la Polacca Op. 53 di 
Chopin,  Bukowski come scrittore, Lou Reed. come cantante.       Rizzo l'orecchio sinistro chiuso per proteggerlo dagli spifferi d'aria.    "Romantico e beat generation"  mi dice l'istinto.    Ne percepisce la verità in quello che dice e  su chi lo dovette influenzare.      Completamente sciolto, continua il suo monologo autobiografico intercalandolo via via da una geremiadi di fraseggio corporale.   "Che soffra di stitichezza?" mi dico sconcertata da quel l'improvvisa deviazione di lessico gergale.      Riprende il filo d'un ricordo d'impatto che lo condizionò fin dall'infanzia riportando l'uditorio a Chopin e, con la disinvoltura di chi è abituato a dirigere il gioco ne chiede l'ascolto da un CD.    Sobbalzo e abbasso la testa.     Abuso esagerato di pedale,articolazione sporca e pesante.     Il pensiero corre a Chopin. Alle Ballate o Polacche evocanti immagini dolorose e leggendarie della sua patria,certo sempre di ritrovare in coloro che lo circondavano uguale ardore e un sentimento altrettanto acceso.  "La musica di Chopin fa pensare a dei cannoni nascosti sotto i fiori" mi  vengono alla mente le parole di R. Schumann con la risposta  pronta dell'irruento, ombroso, malinconico compositore la musica non può essere concepita senza intenzioni segrete.        La testa si abbassa ancor più mentre incalza la musica dal CD.       Fingo di allacciare una scarpa e continuo a pensare a Chopin "fuggiasco" e completamente muto circa le sue origini e ai suoi precedenti giovanili e dagli amori leggendari.       Di nuovo lo scrittore  torna a Bukowski.    Si sente che l'ha segnato in profondità, perché parla con passione,di quella vita vissuta trasgressivamente e all'insegna del piacere, dall'alcol, dalla droga, nella sfida e nella provocazione, attimo dopo attimo fino alla fine della vita, fino alla morte, ma  sprezzante del successo come dei soldi e senza schiavitù di compromessi.   Spontanea mi esce la domanda restando sulla lingua,però, se anche in questo si riconosce quello scrittore...  . In apparenza pare proprio tutto il contrario.    Però. Chissà.

Si arriva  al momento delle domande al pubblico. Ormai è d'obbligo nel clima democratico coinvolgere la gente.      Un giovane gli chiede di parlare di Lou Reed.    Richiesta che lui accetta con entusiasmo (vero).  Ne vedo persino  gli "occhiali", (quelli ovviamente di Lou) ne sento persino la frase pronunciata sempre da da  Reed poco prima che uscisse il film "Blue in the face". "Il mio futuro è la produzione di montature di occhiali".   Chissà che, anche questo musicista, scrittore, cantante, poeta, produttore, non si  sia fermato a questo capitolo della  vita.     Magari senza la disperazione prima e della rassegnazione poi prima di conoscere la terribile realtà della sconfitta.

Si.  È stata un piacevole noioso pomeriggio.     Con esperienze multiple.   Umanità multiple e reali come le verità che si intuiscono ma non si dicono.    Le Vanità multiple per apparire senza nessun sforzo d'impegno se non nell'interpretare se stessi perfettamente consapevoli della sua "inutilità".   Volontà multiple e piccole di Anonimato per Riconoscersi in quel "No"  urlato dentro come conferma di diversità nel muto rispetto che riconosce agli altri la legittimità di credere che la purezza cercata o anche solo immaginata sia tutta in "quella" Polacca che ancora mi appesantisce l'orecchio.    Un Musicista dai molteplici talenti a cui faccio gli AUGURI di Buona Vita quale fenomeno dei nostri tempi bastardi.    M'infilo fuori fra qualche moglie nervosetta col marito per la cena che deve preparare,il bimbo che l'aspetta e si domanderà perché ritarda...   Sorrido mentre l'aria umida della sera mi fa abbottonare il cappotto, la della leggerezza di un fiore agli occhi, per restare libera di ascoltarne il profumo anche quando potrò solo immaginarlo come Luce Riflessa in uno sguardo limpido, intelligente e che non l'inquieta se non per aggiungere un pensiero che si fa azione..   Essenziale condizione alle "mie" molteplicità per guidarle all'unica strada che mi porta alla molecola della mia Essenza  a cui istintivamente  si aggrappa  per sentirsi viva e vera in ciò che sono e  in quello che ancora mi resta da Sperimentare nell'incertezza  delle incognite.  Nella nostalgia di quella Patria.. .   

Mirka


"Polonaise" A Flat Major -F.Chopin)






 

14 commenti:

  1. Cara Mirka, era questa interpretazione di Lang Lang che ti ha così urtato? Sai bene cosa penso di questo osannato (a mio parere scioccamente) interprete. Un talento tecnico indiscutibile, sprecato nella più assoluta incapacità di lettura di qualsivoglia pagina. Ma, in fondo, anche la sua lettura può avere un significato, anche se violenta l'armonia della pagina musicale. In fondo di violenza artistica si parlava, no? :)

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    1. ...e chissà che non ne fosse proprio il ControCanto MARZIO che concordemente saluto. Mirka

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  2. Come sempre mi hai fatto anche ridere. Ognuno vuole portare avanti una propria immagine. Chi non può farlo....sogna. Tu continuerai a sognare di realizzare l'utopia senza le sbronze di Bukowski,ma con la sua imprevedibile personalità e con un'altrettanto buona dose di anticonformismo. A quell'incontro c'ero anch'io. Appartengo a un'altra generazione che,in retaggio ha avuto altra educazione, un'altra cultura (classica più che la beat generation) e come musica fermo al genere operistico con qualche nostalgico rimpatrio per il jazz prima maniera. Un caro abbraccio e tanti sinceri auguri a quel musicista scrittore. Simpatico comunque.Sergio

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    1. Ciao SERGIO.,ho l'impressione d'essere dentro alla tua generazione,quindi concordo su tutto quello che hai detto.
      Abbraccione,Mirka

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  3. Forse un'alternativa alla beat generation quel musicista scrittore descritto da lei in modo così asciutto ed efficace.Essere,esprimersi, senza per questo riuscire a convincere tutti. Complimenti.Girgio S.

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    1. ...e io appartengo a una minoranza consapevole di restarlo a vita G. che ringrazio e saluto. Mirka

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  4. La beat generation non fa per me la Polacca ancora si. Ti ringrazio per l'ascolto di questo giovane Lang Lang mentre la mia mente corre ad altri tempi più felici. Affettuosamente ti abbraccio.Av R.S.

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    1. Ciao AVVOCATONE...un abbraccio che spara cannoni nascosti sotto i fiori.Mirka

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  5. Interessante presentazione di un personaggio particolare,con un pò di noia a compagnia e qualche arguta provocazione. Bukowski,Lou Reed esplosero con tutte le loro contraddizioni pagandone personalmente e consapevolmente ogni prezzo,ma riscattandolo in un flusso che ancora continua. Chopin condizionerà per sempre una volta che lo si avvicina. Sempre che sia eseguito bene da lasciare nel cuore il desiderio di riascoltarlo e farne una necessità d'imitazione anche se con consapevole dubbiosità. Un meritato bacio.Carlotta

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    1. Quando s'incontra la persona che ci è necessaria in quel momento,è esplosione di misterioso flusso CARLOTTA che via etere bacio.Mirka

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  6. Intrigante racconto di una serata così.Non amo particolarmente la beat generation anche se qualche perla la si è raccolta. Faccio anch'io gli auguri a quel musicista scrittore. Di fortuna ne abbiamo bisogno tutti.Enrico S.

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    1. Caro ENRICO come sarebbe bello NON appartenere a nessuna categoria di qualche produzione. Ma dire: "Faccio" perchè mi serve per vivere e per scambiare,allegramente e consapevolmente il prodotto della mia testa,il prodotto uscito da mio cuore. Grazie,Mirka

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  7. "Vive le difference"! Certo che ci dev'essere posto per tutti,anche nel mondo infernale dei poeti maledetti. Tuttavia......."vive le difference". Un abbraccio.G.M.

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  8. "Vive le difference" G. e che ci sia posto per tutti.Abbraccio ricambiato,Mirka

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