fiume

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fiume della vita

mercoledì 20 novembre 2013

SIAMO TUTTI VIANDANTI IN CERCA








Il viandante legge la sua mappa anche al buio.     
   Lui vede come il cervo il bosco per giacere.
Col sole che gli fruga gli occhi e li brucia. Con la pioggia che si ferma sul suo mantello come una vedova vestita a lutto .     Sarà per questo che la sente piangere?...     Il viandante ha per compagnia la Terra e il Cielo.      _ Lì sono i suoi codici, la complicità, la parola chiave che unisce_ la ricerca perché non sia distante quella Città che si chiama Storia dai legami fatti di Voce.      Voce che chiama come fa la madre per il figlio quando nasce o ritarda a saltar fuori con l'obbligo di dargli vita.   Tutto il resto poco conta.  
   
 Lui è concentrato allo strumento che tiene in mano.   Lo fu per Orfeo e lo è per lui.    Unica sicurezza per non fargli smarrire la via.      Sa che lo porterà sino alla soglia di una porta lasciata aperta per sentire da lontano il suono.       Il viandante ricorda ogni stazione.   Oh se la ricorda!       Eppure la caparbia volontà fu più forte del pianto per ricostruirne le fermate, le attese, rimettere insieme gli stantuffi sopiti e mai spariti del tutto.     
Quante cose attorno e sempre a sorpresa, per eleganza, fascino, arte, un canto sorto come un tamburo dalla terra.     Si, certo non mancarono gli abbagli  che dà il deserto, ma quello fu  macchia di luce per certificare fra le ossa l'autentico del sole. Un sole  fiorito da uno stato vigile d'elettricità che ristabiliva la meraviglia d'ogni ampiezza concentrata in un punto, le gambe in movimento per qualche ombra di troppo che poteva disorientare.       Gran bastarda la mente col suo chiacchiericcio di monologhi lasciando indietro il cuore o  un desiderio inconsapevole  che predice la morte mentre si vive la vita affidata buona parte alla casualità del caso davanti agli occhi di un buon piatto di portata.. 

Ha paura il viandante?  Certo che si.    Con l'orologio che sballotta il "suo" tempo senza  mai farlo coincidere col suo e, qualora la fortuna ci sbattesse, sarebbe per l'istante e poi scappare imbarazzata per l'abbagliamento di quel verde che,si dice d'arresto.     Non si volta mai indietro il viandante e se lo fa è per l'attimo di trasalimenti, giusto per dirsi  ma davvero ce lo fatta ad arrivare con tutti quei fischi al cuore?.    E nel mentre se lo dice va perdonandosi ogni mancanza. 

Quante cose vede il viandante.  Sa che molto di quello che vede gli assomiglia anche se distingue con le giuste separazioni.      Non esita a provare compassione e pena perché poco seppe dare, se non donando sentimenti che generatore di tanti equivoci, forse neppure messi in conto.
Eppure nei nidi spinosi creati da lui stesso stabilirono la loro dimora due uccelli del paradiso che portavano nel becco grano, uva,e tutta la storia dell'uomo nella sua più estrema lontananza e vicinanza alla grazia di Dio.

Il viandante ogni tanto si ferma, non purché il suo passo ha perduto il ritmo, ma per raccattare dei fogli strappati dal suo quaderno di appunti con scritto i suoi pensieri più intimi.  Con tenerezza li guarda    Lì è la sua vita, i suoi sogni, le sue speranze, il suo piacere per esplorare i recessi del proprio spirito, le curiosità intellettuali, i suoi naufragi, le mille e una volta che si è alzato, la fatica per farlo. E nel farlo il "sentire" che doveva attenersi alla realtà basata su una semplice fede nell'esistenza oggettiva della sua umanità, magari con qualche slancio di fantastico volare.    Proprio come fanno i bambini.     Quel bambino che era e che spesso ha dimenticato per inseguire una realtà fredda che non gli corrispondeva.   Dov'era il pathos, l'amore, l'allegria che contagia, il bagliore dell'intuizione che, dopo la disfatta, porta a una profondità di commozione che con sicurezza indica la strada verso casa, con un campanello in sordina per non inorridire lo straordinario del normale?...
Si. Viandanti lo siamo tutti e, con poche scelte a cambiare il dramma originale, a meno che non se ne ribaltò tutto in un'allegra metafora da Bel Paese, con molta carta carbone e un'unica verità. Ho fatto quello che avevo in cuore, con la fissità del la ,il piacere di inseguirla nell'orecchio e in testa, l'incantesimo di una fioritura di stagione che tramonta mentre l'aurora nasce.

Mirka


"Non conosci il bel suol"  (Mignon- testo Goethe -A.Thomas)


 

9 commenti:

  1. Mirka, deve essere la musica, anzi è senza dubbio la musica che ti ispira queste immagini di noi viandanti che, a mio parere, non capiremo mai dove stiamo andando , a meno che non si legga qualcosa scritto con tanta sincerità e avvedutezza, come tu sai fare.
    Tu mi consoli.
    Cristiana

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    1. Cara CRISTIANA tutto può servire da incipit per scrivere qualcosa, fosse anche per comunicare un pensiero che all'altro lo colleghi o spartire una briciolina di bella musica che sollevi almeno per l'istante dell'ascolto. Altro è l'Ispirazione. Quella è autentica grazia di cui ringraziare (?) più che sentirsene compiaciuti del merito.

      E infine,tanto per dar spago alle tue simpatiche provocazioni, c'è si, il viandante che cerca la "sua" verità con la sincerità che gli è propria,consapevole dei rischi delle spine più che dei fiori E c'è l'altro che insegue come unico obiettivo tutte le materialità possibili senza scrupolo di domanda su che cosa lascerà,mentre altri pur non ponendosi la "Domandona" del dopo, fanno la loro strada cercando di farla bene per lasciare altrettante buone tracce a chi vorrà. E infine c'è chi si Domanda,fa e,crede che, a ogni azione le corrisponda un conseguente risultato, spera di trovare ad aspettarlo almeno la serenità,la benedizione del Cielo e della Terra. Insomma siamo tutti in cammino con la "certezza" (assoluta),prima o poi di vedere la fine con scritto (che non vedrà di sicuro) RIPOSA IN PACE AMEN..

      Ma...un saluto serale a te mentre intanto si cammina. o si è fermi davanti a un buon piatto caldo coi cerchietti d'oro,ammesso che una gallina ruspante si trovi ancora. Mirka

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  2. Foglietti sparsi che si raccattano e si guardano con amore perchè in essi c'è la nostra vita. Quella da non rivelare a nessuno fino a quando non si arriva alla fine della corsa. Proprio così. Perchè solo allora non c'importerà nulla. Nè dei punti esclamativi nè dei giudizi postumi. Gran bel post Mirka.Un'abbraccio.A.

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  3. E' così. Viandanti solitari in questo avanzare,con l'obbligo d'accettare ogni cosa. Le stazioni,il tempo destinatoci,una porta aperta per suprema grazia ricevuta. Con affetto ti abbraccio.Av R.S.

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  4. ...viandanti in cerca di una voce che chiama come al nascere la madre.Molto bello Mirka. Un abbraccio.Gianni

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  5. E'verissimo. Viandanti senza sapere dove e perchè. Eppure si va pensando alla Patria. Appunto,quella di Mignon. Sai che m'hai fatto piangere' Sarà per il tempo brutto. Baci.Carlotta

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  6. CARISSIMI AMICI E COMPAGNI,

    IL VIANDANTE, (CHE SAREI IO), CHIEDE UMILMENTE SCUSA PER L'ASSENZA . MA... I BAGAGLI PESANO,LA FERMATA ALLA STAZIONE BREVE,E LA CARTA PER SCRIVERE LASCIATA A CASA ASSIEME A UNA VALIGETTA "IRRINUNCIABILE", PER CUI E' DUOPO RITORNARE A PRENDERLA.

    CI SENTIREMO PRESTO.NEL MENTRE, COL CUORE, VI LASCIO UN GRANDIOSO ABBRACCIO CIRCOLARE E,OVVIAMENTE SEMPRE UN'EVVIVA!

    Mirka

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  7. E' vero siamo tutti viandanti dalla cima della testa alla punta dei piedi coi quali instancabilmente si continua a bisticciare. Altro non sappiamo fare,se non sperare d'incontrare un'altro viandante che metta pace tra loro e ce li faccia riposare,ridendo insieme per ogni avventura finita bene.Bacioni.Mary R.

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    1. ...alla fine del percorso MARY ci sarà sempre un ghigno o un sospiro di sollievo,sperando che,a mezzo della via si trovi l'altro che rida con noi tenendoci per mano.Baciiiii tanti e piccoli come quei mandaranci mangiati in fila stamattina all'alba di un dì di sole anche se freddo.. Mirka.

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