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fiume della vita

lunedì 5 dicembre 2011

"ERBAME DICH,MEIN GOTT" E GLI SCHIZZI DI UNA CIOCCOLATA

dicembre 2011

"ERBAME DICH,MEIN GOTT "   E GLI SCHIZZI DI UNA CIOCCOLATA





...e tutto fu un intreccio di verità
sfumate da luci e ombre
come stelle di carovane
                   .........................      .....................                              che luogo non conoscono.






L'appuntamento è saltato. Ho perso il treno. Con tranquillità ne aspetto un altro che a poco arriverà. Mi guardo attorno. Faccioni rubicondi, ordinari, e forse anche un poco porcini s'intrecciano ad altri smunto coi segni di qualche verme che li rode. Il dolore del mondo è scavato qui, paiono dirmi quei volti. Ma dov'è quella mano invisibile di Dio?  giro la domanda alla mia anima che muta resta. Passo ai "miei" di pensieri. Friggono di cioccolato. Toh! Ho un unico pensiero, mi dico. E so che non è vero. Giro la testa e provo a indagare con l' immaginazione su quella molteplicità di volti. Anonimi.  Come il mio. Mi piace l'anonimato da sempre anche se mi è stato difficile sfuggirgli. Si scivola su tutto e di tutto si ruba senza che le manette si presentino per chiedere il conto della refurtiva. Ma diventerà mio. Come un paese che ho abitato,o un punto di mappa segnato nella mente con una freccetta rossa che, per un poco resterà ben saldo nel mio sommerso fecondando qualcosa che col tempo si cancellerà mutando in un amalgama di odori "imprecisati" ammassati nel fondo di un gran barcone e nulla più.
Un turbante grande e sgargiante mi passa davanti sfregiato da nobile povertà.   
Mi piacerebbe averlo anch'io. Starebbe bene al mio volto, lo scoprirebbe "tutto" con le sue luci (impietose) e le sue ombre (d'identità) portandolo alla sua dimensione umana povera e ricca insieme. E ne godrei e anche piangerei,"comme d'abitude". Due bimbi negri dalla testa riccia s'intrufolano tra le mie gambe aperte e ben salde che calzano stivali. Gli stivali sono di cuoio e hanno il colore del cuoio usurato dal tempo. Sono belli ancora, mi piacciono, sono comodi e mi piace l'essenza di quell'antico che all'aria si espande quando l'indossa o quando apro la scarpiera. Sanno di cose raccolte, quegli stivali. e, ognuna di quelle cose mi parla del Viaggio nelle sue multi dimensionalità, di scambi, di passioni per Tutto-Ciò-Che-E', di corse senza il timore di inciampare, del desiderio di creare la vita anche solo per inventarla. Per un guizzo di lama,vorrei unirmi anch'io al gioco di quei bimbi ma...i piedi "ben piantati" mi dicono che non posso. L'odore di cioccolato si ripropone con prepotenza. Alzo il naso  e annuso l'aria che sa d'acqua impastata d'umore strano. Un formicolio alle gambe mi fa capire che l'impazienza ha sostituito la calma iniziale. Guardo il grande quadrato dell'orologio che ho di fronte. Conto i dieci minuti che mi separano dal predellino quando mi si offrirà per salire sul treno. Una porta si spalanca. Un getto di gelo improvviso mi fa alzare il collo del cappotto di lana merinos dal colore bluette. Mi piace quel colore.  Sa di notte con le stelle. Mi ci adagio e quasi sono a "casa mia".Mamma Bianca che ribalta le sue frittelle di mele, io febbrile e con la febbre che scalpita perché non trova la cometa da mettere sull'albero "imperiale", i ragazzi in pigiama curiosi e smaniosi corrono da una stanza all'altra, guardinghi ne aprono la porta con la cautela del gatto quando sta su un cornicione, la chiudono e poi ancora l'aprono,  ingarbugliati con l'indecisione  se entrare o stare fuori.  Che lampi mandano quegli occhi!  Sono come la luce che squarcia la cupola di san Pietro e sfida il Dio a scendere dall'alto per giocare con gli uomini.  Ogni tanto mi volto disturbata da tutta quella luce, ma in cuor mio sono felice e sorrido. L'odore di tabacco si mescola a quello delle frittelle. Io l'aspiro e  con voluttà mi si riempiono i polmoni senza confondere gli odori. Anche quel tabacco mi piace.  Sa di Virginia e d'Olanda, ma anche di mare con una divinità emersa dal profondo dove uragano, onde e schiuma la strapparono a un dio
androgino e furenteRialzo ancora un poco il collo del cappotto. Ora sono dentro a un bozzolo di utero. C'è un pulcino dentro, e picchia forte perché vuole uscire. Lui non può sapere che il mondo è anche del colore che taglia mascherandosi fluido.
Ma ecco il treno. Debbo trovarmi il posto. Credo d'essere concentrata solo lì, ma in testa ho lampi che s'incrociano. Nomi vari e svariati si addensano e fanno una strana "comunella". Gira la ronda che gira con leadership  mischiati a fagotto invisi e rivoluzionari anche se eletti dal popolo, e che per qualcuno furono tutti  "dittatori" magari "volutamente confondendo", pur nelle mille contraddizioni. Molti non sono più. Penso a Saddam Hussein, Gheddafi, Fidel Castro, Chavez. C'è anche un premio nobel (!?) Toh! Obama con la sua ideologia globale e le sue armi di sterminio e di occupazione, al servizio delle multinazionali, perché tutti lo sostengono (Capitali, armi nucleari, propaganda mediatica, la sovranità monetaria, tutelata in patria e negata in Europa e nel mondo. Non è un caso che il Regno Unito, abbia mantenuto la sua "sovranità monetaria" pur stando fuori dalla UE (che pure condiziona). Anche il Giappone che svolge lo stesso ruolo in Asia, pur sconfitto nella 2 seconda guerra mondiale, ha conservato la sua sovranità monetaria. Caso o mano di un registra criminale quanto ipocrita?...
Ho trovato il posto su cui adagiare il mio posteriore. Anche la schiena. L'occhio ora scorre sui rami ormai spogli degli alberi, sul fango che la pioggia di questi giorni ha lasciato alla terra. Ferite che si asciugheranno come quelle lasciate agli uomini dal giorno trasformato in notte. Con una differenza, però. La natura si riformerà. Troverà un modo per riformarsi in natura, ma negli uomini ne formerà veleno. Veleno che, forse, inciderà ogni gusto di vita e per la  stessa vita.
Cammino svagata e senza una meta per le strade di una giornata domenicale, indisturbata dalla folla che spesso e pigramente mi strattona, sorride e scusa non chiede.
Mi sembra tutto un teatro, con gli ingannevoli scenari di ingranaggi che spostano e ribaltano ogni atto, distogliendo gli uomini dalle domande importanti e dal l'autostima di poter fare qualcosa per dar loro significato e valenza. Non si vedono le mani che muovono i fili con le marionette appese, eppure... E voilà il "Grand Siècle" è qui.
La chiesa dei Cappuccini invita ad entrare. L'officiante sta seminando su un Dio i cui Disegni ci resteranno sempre sconosciuti. L'ascolto un poco. Ha l'aria grave e solenne delle feste, la severità di uno che ci crede. Anche i fedeli che stanno nei banchi hanno quell'aria e pare persino che assorbono ogni parola.
Le note di un organo catturano la mia attenzione. La testa si attacca al soffitto. Sta introducendo


  "Irbame dich, mein Gott"  ( J. S. Bach)






C'è  anche un violinista. Lo vedo benissimo. E' assorto e come perduto in un mondo tutto suo. Il contralto attacca"  Irbame dich, mein Gott. Pietà Signor, ti prenda". Mi commuove mentre mi scandisce il dolore di quella musica divina incarnata a Betlemme nella capanna del "miracolo" adombrato solo dal fiato dell'asino e dal bue.
Riprendo la mia camminata. La meta ora è chiara. Una cioccolata che NON può aspettare. La "saliva" allegramente me l'afferma mentre saltella tra il palato e la lingua. Sono in un bar affollatissimo. Sto per andarmene ma un signore mi fa cenno che sta per liberare il suo posto. Salgo i tre gradini che mi separano dal tavolino, ringrazio e siedo. Fra non molto un cortese cameriere mi porterà una fumante cioccolata "gustata" se non l'avesse "fumata" anche la bocca. La sputo come qualcosa che fa male e bisogna far uscire. Non c'è n
essuna  vergogna nel gesto che faccio, anche se per darmi un contegno mi ostino a fissare i "segni" schizzati  dallo sputo sul marmo rosa del piccolo tavolo. Formano un labirinto come di geografia disegnata da un pazzo. Ho pensato Ecco il mondo e forse anche me! E meno male che nessuno, qui, mi conoscePoi ho cominciato a ridere e, dopo un poco ho visto che tutti ridevano. Il "buonumore" si era propagato a tutte le cose anche non conoscendone il motivo. Ironia e grottesco la facevano da padrona lasciando fuori ogni tragediaMa si, mi son dettaL'ironia forse ci salverà anche da Monti e pianura!  Mirka

"Cioccolat Happy Working

9 commenti:

  1. Gran bel post, e magnifico e struggente Bach...

    Grazie, Mirka.

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  2. MARZIO,
    dici?...A me è caro per tante cose ma se ti è piaciuto volentieri lo condividiamo.Grazie,Mirka

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  3. Non riesco a postare il mio commento!Dovresti rivedere impostazioni- commenti! Grazie

    Adoro le tue splendide sinestesie e la naturale carica emotiva che emani, grande Ebe.Di rilevante valore artistico la capacità e la perizia calibrata di fare scrittura dei sentimenti, di comunicare con limpida schiettezza con consapevole coloritura espressiva...Ti abbraccio

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  4. Riesco a postare soltanto con Gougle........!!!

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  5. MARIA,
    debbo a TE l'onore delle armi mentre un'infinito abbraccio è qui.Mirka

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  6. Lo leggo da due giorni. Mi fai viaggiare e ci sono molte cose da vedere, alcune nuovissime altre così antiche da averle dimenticate. la cioccolata calda fumante per esempio e il sapore dei treni in stazione d'inverno a Mialno. Dalle mie parti i treni sono finiti da qualche anno: Kaputt e arrangiatevi! C'è un tramite letterario e sintattico preciso e ampio nelle cose che scrivi: adesso comprendo finalmente perchè un giorno mi dicesti - hai scritto un capolavoro- lo hai detto perchè risuonava un'eco. La stessa che a mio parere si sente anche adesso. Alcuni blogger scrivono lo stesso post a più mani; non potrebbe essere diversamente vista la vastità dell'argomento e il piacere inconfessabile del gioco. Un unico grande post, un affresco di vita che ci cola addosso e ci imbratta tutti allegramente. Vale anche per i commenti e in fondo è proprio questa la musica che ci piace ascoltare.

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  7. VINCE'
    Debbo RItenere il tuo commento un complimento o prenderlo con le pinze dell'ironia?
    Per quello poi,che riguarda l'"eco" a cui tu fai riferimento,beh mi CI ritrovo tutta e nel mistero che genera sintonia e achimie debbo giocoforza inchinarmi,giacchèci sono cose che fuoriescono dalla logica o da qualsiasi partita a scacchi "scientificamente" messo in conto di abile esercizio.Mirka

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  8. Mirka ho sempre pensato di essere chiaramente comprensibile!
    Lascia perdere le pinze e leggi il commento come se fosse la prima volta e non arenarti sul termine "capolavoro". Ciao

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  9. ENZO,
    e non togliermi il "gusto" del gioco tra forma-sostanza che di lievità si nutrono mentre sparano fuoco.Mirka

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