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fiume della vita

martedì 24 aprile 2012

25 APRILE 1945-25 APRILE 2012. CONFRONTI E TESTIMONIANZE DI CASA MIA



"Noi vogliamo l'unità di tutto l'antifascismo e di tutta la nazione nella lotta contro l'invasore tedesco e contro i traditori fascisti, perché vediamo in questa unità la garanzia della nostra vittoria" (Appunti di Togliatti raccolti da Massimo Caprara- Rinascita-Il Contemporaneo)

Sono nata e cresciuta in una famiglia di onesti lavoratoriParlo di quella parte "materna" della quale posso dire e parlare che, di quella "paterna potrei dirne solo come di una fiaba che si racconta nelle sere d'inverno quando ci si radunava nelle stalle a fare il "filos" (raccontarsi-spettegolezzare-chiaccherare) per stare in compagnia o nelle umide sere d'estate sotto i pioppi con la seggiolina di paglia portata da casa.  E le fiabe raccontavano di boschi, di montagne, di politico poeta.
La mia non era una famiglia di estrazione d'alta borghesia, e neppure di media o piccola borghesia. Il nonno, Luigi, detto (Gigion) faceva il ferrovierema con l'istinto del caricaturista. Famosi i suoi disegni fatti col lapis o col gesso, (oggi si chiamerebbero "murales"), sparsi  un po dappertutto e trovati al mattino quando si aprivano le "osterie" o in qualche vagone di treno già pieno di studenti che si spostavano per andare a  scuola il cui punto di fermo obbligatorio era Reggio E. e da lì direzionarsi altrove...E agli occhi sgranati ecco rappresentarsi un cane che pisciava sul cappello di "Guglielmone" (l'odiato austriaco) o un prete con la pancia come  una damigiana, quasi che bevesse vino tutto il giorno o la "riempisse" di delizie avute per grazia ricevuta in cambio di ampie e lenti assoluzioni. Aveva una tonante  splendida voce da basso alla quale io, cucciolotta appena quattrenne o giù di lì, mi appendevo incantata invocandolo a dar vita alle magie. Cosa che lui non si faceva pregare intonando subito qualche pezzo d'opera che poteva essere il l Mefistofele Perché tal sorpresa la voce tua da me fu intesa! E mentre io tremavo di paura, ecco che passava ad altro Noi siamo zingarelle venute da lontan zumzum (Traviata) e via di seguito, quando all'alba la nonna Ernestina-Chiara si alzava dal grande letto che condivideva con lui e io mi ci infilavo svelta come un furetto rannicchiandosi tra le sue forti e lunghe braccia. Perché il nonno Gigion era un "omone" come si suol dire, di corporatura solida e salda che riempiva a meraviglia tutto il suo m. 85. E chissà che non sia stato proprio da lì  che cominciai ad amare l'opera, a "insistere" per  conoscerla, con entusiasmo sempre più crescente, a desiderare di impararla tutta sino a  memorizzare ogni parola di con tutti i personaggi e la voluttà d'infilarsi in  ogni strumento che stava nella partitura.
Ed era anarchico. Non ostentamente come il fratello Giuseppe (Fifo), un omone della stessa stazza del nonno, ma più temerario e  audace di quanto non lo fosse il nonno. Morì  in seguito alle percosse dei fascisti e dopo un'abbondante purga d'olio di ricino.
Ernesta (la nonna) dagli incredibili occhi azzurri, seminava tutti i giorni odori buoni alle pareti che si espandevano anche fuori (cani, miagolii e gente  col naso in su davano il dovuto premio alle fatiche anche se fatte con amore)  e,come seminava odori, sfornava figli..(10  di cui solo 6 restati in vita.) Tre neppure per il tempo  necessario per dire ah è questa la vita o farci un pensierino su. Dei tre superstiti, due femmine, Luisa, Fernanda e Bianca mia madre.
Luisa dal carattere schivo e molto riservato ma brava a far di tutto. Insuperabile come modista (sarta) a cui le "grandi famiglie"  del paese e anche quelle fuori paese facevano a gara per contendersela, lasciandole in cambio, oltre ai molti e (s)variati capricci, anche molti "buffi" (debiti) regolarmente dimenticato e mai assolti. Ricordo molto bene quella zia aggraziata e austera nella sua eleganza fatta di cenni del capo più ancora che di parole. Credo però che anche lei avesse un animo anarchico perché mi fu detto che, di "nascosto" lavorava per far crescere  l'allora nascente Partito Comunista. Nel paese c'erano tre sale cinematografiche. Uno di questi si chiamava "Cinema Verdi" e, nei quattro giorni di apertura, lei alternava le mansioni di cassiera a quello di "strappa biglietti". E questo l'aiutava a riempire gli "insoluti" lasciati dall'alta borghesia e lavorar di "fino"  per il Partito. E' morta a 75 anni. Così. Di colpo. Al l'improvviso. Tre urla terribili poi...tutto finito. Credo comunque che abbia lasciato "in giro", lacrime e rimpianti. Selvatica, misteriosa, bella e intelligente. Ingredienti appetitosi per nutrire la mia già fervida immaginazione di pre- adolescente...
Poi Fernanda, (Nanda, per tutti) la "grande quercia" scomparsa a 100 anni, da soli pochi mesi. Anche lei sarta (da uomo) e attivista di Partito, senza ostentazione.
E infine Bianca, Mia madre, partita per quel viaggio che non conosce ritorno, una decina d'anni fa, che a me pare ieri.
Una famiglia come tante a quel tempo e, dove i ruoli si assegnavano a seconda delle caratteristiche individuali, dei temperamenti "dominanti" (Nonno Luigi-Luisa-Fernanda-Bianca-Nonna Ernesta). Non si parlava di sesso ma certamente lo si subiva all'interno della camera da letto;  non mancava il necessario, mai, e alla domenica, torta a piacere; ogni tanto si cantava, non si andava sempre a messa anche se i lumini non mancavano; si lavorava senza lamentarsi, si pranzava alle 12 appena il grande pendolo fissato alla parete della cucina ne scandiva "secco" i colpi e...si lottava (in silenzio) per delle Idee al fine di migliorare le proprie condizioni e quelle della società.


Mia madre ebbe un grande ruolo fuori dal contesto familiare. La più esuberante e socievole delle tre e con un carisma tale da affascinare ogni classe sociale che le portava affetto, stima, ammirazione, cercandone con insistenza la presenza. Restata vedova, (giovanissima) del primo marito e con me a carico, (nella foto ) dovette ingegnarsi a far di tutto e tutto (ovviamente) bene. Assistenza ai malati, a tirar di "scopettone" sui pavimenti (pesante come una macina-presa) nella casa dei ricchi e, per due anni persino la mondina, felice di portare a casa del riso che doveva servire per buona parte dell'anno,anche con i piedi macerati di piaghe o senza qualche unghia persa a causa dei parassiti (insetti-vermi-zanzare) nella risaia.

Sento le rane che cantano che gioia e che piacere lasciare la risaia tornare al mio paese. Amore mio non piangere se me ne vado via io lascio la risaia ritorno a casa mia. Amore mio non piangere se me ne vo lontano Ti scriverò da casa per dirti che io t'amo. Vedo spuntare tra gli alberi la bianca mia casetta e sulla porta vedo la mamma che mi aspetta.Mamma e papà non piangere se sono consumata è stata la risaia che mi ha rovinata.
E si adoperava con tutta la sua convinzione e critica intelligente a far crescere il P.C.I. allora clandestino come il suo lavoro da "staffetta" partigiana. Perché anche a lei l'amore per il Suo Paese "libero", era il Suo Pensiero costante, la sua Idea, la vocazione al "vigile" coraggio. Spesso dava il cambio alle sorelle come cassiera o come strappa biglietto e, non erano poche le occasioni d'essere utile per nascondere qualche ribelle, fornirgli i viveri e anche un po di danaro per l'abbisogna del momento. E  alla chiusura del locale, su una carriola nascosti tra le pellicole (bobine) dei film, messaggi, documenti, informazioni di lotta per azioni mirate a danneggiare i lavori fatti dai tedeschi o dai fascisti con incendi di pagliai, lanci intimidatori, bombe sull'aia delle campagne, sabotaggi delle macchine per la trebbiatura (piccoli avvertimenti invero ma,  che, quando riuscivano portavano a reazioni brutali di rappresaglia, massacri, furiosi scontri,sacrifici pesantissimi ai civili,morti. -Fossoli-Fondo Toce).
E si, perché quando si lotta per davvero, non si gioca né a palla, né alla settimana enigmistica, ma a colpi di "parabellum", di pistole, di bombe a mano... E BIANCA era consapevole sino in fondo a cosa andava incontro se...,come del resto lo furono tutte le donne che si adoperarono per il raggiungimento della LIBERAZIONE. Come si può dimenticare Maria Folloni, Dilva Davoli, Camilla Cederna! e tante altre ancora. Ma Bianca non si limitò a questo pericolosissimo esporsi tra le strade buie del paese, le campagne, le colline, i monti, ma cominciò a organizzare (sempre di nascosto) dei corsi formativi per le donne e in seguito si fece conoscere alle masse, in comizi, parlando alla gente, sui palchi e nelle piazze, instancabile nella sua tenacia di forte tensione interiore, ma risoluta a vincere! E qui lascio per un attimo la cara immagine per andare a un episodio che spesso mi torna come sciabolata al cuore. Ad Angelo Zanti, falegname di Cavriago, già confinato a Ventotene, uno di quegli operai che vanno a lavorare lontano dal loro paese, ma che pur guardando il mondo con l'occhio calmo e indagatore di chi vuol conoscere, serbano nel cuore la nostalgia  del dolce verde dei loro colli"  (Angelo fu poi fucilato a Reggio E. dopo atroci sevizie e torture-autunno 1944)
"Più non riconosco questa terra
dove le ragazze ballavano sull'aia...
Quando la vidi c'era la guerra
e i partigiani impiccati agli alberi...
Quando la vidi c'era la guerra
e i morti, morti senza croci...
Ebbene io sono nata e cresciuta da una famiglia come quella descritta da una donna, (Bianca) che lottò con tutti i mezzi perché il Suo Paese uscisse dal terrore della dittatura fascista, che aiutò a costo della stessa vita, (sempre) andando ovunque se ne richiedesse il "dovere" della presenza.
Nel darle "doverosa"  TESTIMONIANZA, spero di meritarsi  anch'io la commozione per festeggiare anche quest'anno questo 25 APRILE.
A tutti quelli che si sentono investiti dalla "Responsabilità" di un autentico cambiamento, Evviva la  PIAZZA. sempre e per tutti i motivi . Per socializzare, come per dire  "NO"  o  "SI" perché  Il 25 APRILE non sia mai una sola anonima data da calendario!

Mirka


                                      
     Questa foto non è mia ma presa (male)  dagli archivi storici di Novellara





35 commenti:

  1. Che intensità in questo tuo scritto, forte, chiaro, commovente e fiero...
    Concetto

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    1. Grazie CONCETTO,la verità non è mai una cosa banale.Mirka

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  2. Stupendo,commozione che stringe la gola,la forza delle idee espresse in forza di coraggio che consapevolezza agisce. Ho conosciuto la cara Bianca. Umana,insofferente alle ipocrisie che smascherava con l'intuito,pronta a capire se riconosceva la sincerità e la necessità d'esserci.Un grande abbraccio pieno di nostalgia... Ornella

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    1. La "nostalgia" è un'altro dei motivi che ci legano,cara ORNELLA che abbraccio senza il piccico della caramella.Mirka

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    2. La "nostalgia" è un'altro dei motivi che ci legano,cara ORNELLA che abbraccio senza il piccico della caramella

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  3. Abbasso gli occhi e t'abbraccio. Ciao. A.

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    1. E che dici mai,caro A?...Guardiamoci negli occhi,invece.Ciao,Mirka

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  4. Sono testimonianze che continuano a dare il senso a sperare,di poter dire con altrettanto orgoglio di noi,e di tutti coloro che ci seguiranno. Grazie. Sergio

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    1. La speranza deve sempre essere un valido motivo per NON arrendersi mai,per il giusto delle convinzioni.Grazie,Mirka

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  5. E tu dai splendore ai grandi valori "praticati" da questa famiglia "speciale" così commoventemente descritta. Un grande abbraccio. Enrico

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    1. ENRICO,io ne sono solo consapevolmente fiera.Lo splendore lo danno i "fatti" qui raccontati.Però ti ringrazio molto e ti abbraccio forte anch'io.Mirka

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  6. Sicuramente il modo di festeggiare questo giorno non è uguale per tutti. Ti voglio bene dolcissima forte esiliata amica,quì anche se là. Orietta

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    1. Assolutamente NO che non è uguale per tutti,questo 25 aprile,tenera ORI che con nostalgia ho sentito QUI.Mirka

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  7. Le nostre "giovani" Donne Costituenti. F. B.

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    1. La "Costituzione sarà sempre "giovane",caro F.B. magari con qualche ritocco alla radice dei capelli ma...giovane,SI.Grazie,Mirka

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  8. Che bello questo quadro di famiglia, questo brano di storia delle nostre parti.
    Buon 25 Aprile, Mirka.

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    1. Caro MARZIO,so che ci sentiamo in famiglia,e allora con piacere diamoci anche la buona sera.Mirka

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  9. Grande testimonianza, Mirka.Altrettanto rispetto per chi ha vissuto con quella onestà costruita sulla dignità del lavoro,ma col pensiero rivolto alla libertà per cui lottare e...vincere.Buon 25 aprile.K.Voigt

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    1. Grazie KLAUS,l'onore del rispetto a chi se lo è meritato sino alla fine.E per queste persone c'è.Mirka

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  10. Non possiamo "far finta" che quello descritto non sia realtà vera che appartiene al dovere di tenerne conto. Commosso la ringrazio e l'abbraccio. Attendo anche la pubblicazione dei miari di sua madre. Enrico Spaggiari

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    1. No."Non si può far finta!" Grazie infinite ENRICO.Tutto a suo tempo...Un caro abbraccio,Mirka

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  11. Ho molti biglietti e alcune lettere di mamma Bianca.Ogni tanto le rileggo e piango.Nella mia camera due dipinti e in cucina le presine che le sue mani benedette avevano fatto.Ti ha voluto tanto bene. So quanto ti manca e capisco.Patrizia

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    1. E com'era felice,Lei di donarli sempre col cuore!
      Si che mi ha amato molto,sicuramente non meno di quello che provo ancora io per lei.Grazie.Mi hai commossa Mirka

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  12. No. Non tutti possono dire di sentire come una festa il 25 aprile. Una testimonianza di "altissima civiltà silenziosa". Commovente per la sua schietta e nuda verità reale fondata sull'onestà senza conoscerne gli alibi di nessun compromesso. Il resto è solo da intuire. Un'abbraccio profondamente sentito. Luigi Santucci

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    1. NO,LUIGI,non "tutti" possono avere sentito col sentimento "civile" e "Fiero" di chi ha scritto questo post per dare testimonianza al 25 aprile.Grazie,Mirka

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  13. Io sono troppo giovane per sapere di quel terribile periodo storico,e in casa mia non se ne parlava. Ma ho vivi gli episodi che mi raccontava la cara Bianca. Mi sono restati nella mente,come care tengo i suoi scritti,i suoi disegni caricaturali,e te perchè sei stata la mia maestra in anni di gioia sempre impaziente per imparare,anche se poi ho scelto altro. Grazie per questa intensissima testimonianza. Un grande abbraccione. Susi

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    1. SUSANNA tu hai tutto quello che serve.E allora sempre un'Evviva.Mirka

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  14. cara Mirca, la tua testimonianza è forte, molto sentita, d'altra parte non può che essere così, considerato che si tratta di una esperienza vera vissuta direttamente. Ma non dobbiamo dimenticare che i nostri giovani e le nuove generazioni che non possono avere testimonianze così vive perchè anche i loro genitori sono troppo giovani per aver vissuto direttamente questo periodo, hanno bisogno non solo di testimonianze così lontane da sembrare "favole" , ma anche di esempi ..... e purtroppo quelli mancano. Un abbraccio

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    1. No,GRAZIA,quello raccontato in questo post non sarà mai messe nel libro delle fiabe ma nelle pagine della NOSTRA COSTITUZIONE e,tu che hai curato la regia di uno spettacolo improntato a questi valori,lo dovresti sapere.Un bacio,Mirka

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  15. Rileggo commosso. È stato grande qul giorno del 25 asile del 1945. Insistiamo a darne testimonianza come hai fatto tu in questo post. Parliamone ai nostri figli e nipoti. Nelle scuole. Con chi incontriamo. Rendiamoci "visibili" come un tempo fece tua madre. Non si abbia paura! J. Voigt

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    1. Si.KLAUS,riprendiamoci la fierezza del coraggio.Grazie,Mirka

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  16. Se ci fosse qualche esempio in più,sarebbe orgoglio raccontarsi e raccontare anche al chuso delle pareti domestiche. Ma,. Bella testimonianza. G. M.

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    1. G. gli esempi purtroppo sono da scovare nell'archivio di casa buona,non certamente in quello "segreto" del Vaticano o tra le parete incementateper troppi scheletri.Mirka

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  17. Mi è piaciuto la testimmianza che hai dato a una famiglia di onestà silenziosa. A donne coscienti di cosa fosse il coraggio,trovandolo nel "silenzio",anche di una camera da letto,parlando quando necessario,agendo in tutti gli specifici casi. Ciao. Valentino

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    1. Le donne di quel periodo e,quelle dello specifico caso,non temevano i silenzi che,quelli erano solo d'oro nella fatica di un "credo" d'operare per il bene come dovere di quotidianità.Grazie.Ciao,Mirka

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