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fiume della vita

martedì 12 giugno 2012

DUE APPUNTI SCRITTI SU UN TOVAGLIOLO DI CARTA E MADAMA BUTTERFLY


Suzuki; "Mai non s'è udito di straniero marito che sia tornato al suo nido".M .Butterfly Ah! Taci. O t'uccido".


Poche parole affinché si comprenda il senso di questo post e il motivo di quei due biglietti scritti con vertiginosa fretta  su un fazzolettino di carta.
Seduta a un  bar  del centro  di una città che trema ancora (per il terremoto) e alterna spasimi di stitichezza a diarrea come da virus difficile da debellare, sto seduta davanti a una tazzina vuota di caffè che continuo a portarmi alle labbra con un gesto che tanto mi ricorda quella "vecchia quercia" di mia zia nell'ultimo suo tempo alla "Casa Delle Lucciole Spente" (Casa protetta crocifera ultima spiaggia  per diventare mare o volo dove non si sa). Aspetto che arrivi l'ora giusta. Testa vuota, gli occhi da riempire delle cose che  "percepiscono" più che a focalizzarsi è nella loro distinta realtà. Porto delle lenti a contatto, vecchio stampo, vecchio modello, rigide e, fuori "ogni tempo massimo" direbbe un mio amico. A un tavolo, da un gruppo nero e a colori, sfuggono spezzoni di discorso aggrovigliati come "ferro spinato" fra una risata e l'altra che di schietto e sano non ha proprio nulla. Si mette Monti sotto processo, si fa il nome di Obama a più riprese, un excursus al pentolone Arcore. Uno del gruppo comincia a tamburellare il tavolo sino a farlo diventare una vera e propria gran cassa. Saltano fuori i "derivati" 
Swap e CDS e poi anche gli "annessi", si salta a  Fukushima, si arriva al terremoto in Emilia. Tornano le "escort", si vola al TAV e parole razziste s'intrufolano a sproposito mentre all'unanimità  tuona il "licenziamento" agli operai. Qualcuno si gratta la testa (oh quella si che è piena!), si associa Rienzo a Storace, si risalta all'ambiente e un gran bisticcio non mi fa capir più nulla. Poi quando la normalità gioca in casa ridando una parvenza di civiltà a quei bipedi colorati e neri,ecco la parola "armi". E qui il silenzio piomba come la schioppettata data a quel bimbo che giocava con la pallina in Siria o a quel vecchi sdentato che si conta gli spiccioli per farsi togliere l'ultimo dente nel mezzo della bocca. O più precisamente sono io che non sento, perché tutto diventa  pigolio da interpretare..Sibila il "traffico" di droga e si insiste sui poliziotti col volto coperto in caso di manifestazioni. Si accenna in "gran segreto" (quasi) allo Ior a Frenkel, Marcinkus Cipriani. La RAI appaltata..Poi... dulcis in fundo, una gran risata nel mentre uno si alza. Non posso fare a meno di seguirlo puntando a freccia un occhio sghembo. Va alla toletta. Così ho scritto questo appunto su un fazzolettino di carta che doveva servirmi a pulire la bocca dalle impronte lasciate dal caffè agli angoli delle labbra.

O come lo conosco l'ozio dei ricchi. Guardano il cielo e sbadigliano, giocano ai dadi il mondo, un'ocarina da sbattere sotto i denti tra un bicchiere e l'altro di rubino, ridacchiando sui morti  e i vivi come gracidano le ranocchie e i rospi, una puntata al cesso per svuotarsi dai vizietti, un ave di elemosina per sgravarsi il cuore e tutto finisce in gloria e là.

Volto la testa disgustata. Ma quanto vorrei non aver visto né udito nulla né nulla immaginato!
Una donna sola in fondo al bar. E' in penombra. Un raggio di luce s'insinua dalla  finestra a lei, illumindole il bel viso rimpicciolito un poco dai segni "evidenti" di molte notti passate a vegliare. Gli occhi, scuri come more maturate al sole sono lucidi come per febbre e sprigionano malinconia. In mano tiene un cellulare che ostinatamente guarda mentre distratta beve un'interminabile tè. Sembra attendere ciò che spera ma che non arriva. Poi si alza. Con gesti decisi fruga in borsetta, prende il piccolo portafoglio, lo apre, tira fuori una banconota da 10 euro e la lascia sul tavolo nell'indifferenza più assoluta. Sa che quel tè l'ha pagato caro. Caro per il suo reale valore, caro per il suo portafoglio, caro come la sua attesa caparbia a guardare il cellulare, ma maestosa esce pur nel suo evidentissimo smarrimento per una ormai sicura incertezza che pesa come una festa di Natale senza cappone. E anche per "quella donna" ho scritto un appunto su un fazzolettino di carta  col quale avrei dovuto pulirmi gli angoli della bocca per le eventuali impronte lasciate dal caffè


E si attende senza sapere cosa e chi ci accoglierà.


Mi sono alzata anch'io. La mia ora era anche lei arrivata. Fuori avrei trovato il sole. Un tronco d'olmo al quale mi sarei avvinghiata come all'amante più forte e dolce. L'aria piena d'incomprensione umana di un mondo egoista e forse anche un pico pazzo. Fresca di verità spogliate da ogni illusione, di gioie restate bambine nate col senso dell'adulto, appiccicate sul tronco di quel l'olmo, la superbia degli uomini.

Mirka







Un bel di vedremo






"Coro muto"

26 commenti:

  1. Mirka, ma che bello questo post! E questo sottofondo musicale di butterfly, che ascolto rapito dalla voce della Tebaldi e della Callas..

    Si attende senza sapere cosa ci accoglierà, dici. E forse senza sapere se qualcosa o qualcuno ci accoglierà. Ma "tutto questo avverrà"

    Un abbraccio

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    1. INNANZI TUTTO SCUSATE PER NON ESSERCI IN TEMPI REALI MA...SONO TEMPI "TELLURICI" QUELLI CHE STO VIVENDO


      MARZIO,grazie.Direi che per ognuno di noi c'è un percorso obbligato di cui chiari ne sono i contorni sin dalla nascita.A noi capirli,interpretarli,intuirne il ruolo,graziati dalla positività di una "buona predisposizione" a credere in positivo" scartando ovviamente gli svolazzi d'illusione che deviano cammino e ruolo.Poi poi resta la versione Turandot.
      Abbraccio,Mirka

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  2. La consapevolezza nasce sempre dal dolore anche quando ad accompagnarla sia la fede nella vita,ma col "presagio"che il "disgusto"subentrerà alla fede con la malinconia indossata con dignitosa fierezza. Bellissimo post e bellissime le musiche scelte. Sergio

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    1. O si SERGIO che la "consapevolezza nasce dal dolore.Ma è così che si diventa adulti fieri della Dignità che ci portiamo addosso.Ti ringrazio molto,Mirka

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  3. Una simbologia che evidenzia i segni di passaggi freddi e crudeli come spesso chi è ricco lascia dietro di se. Per contro, l'umanità della donna,fulgida di sentimento che "scava" smarrimento e incertezza mantenendo integra la sua maestosa semplicità naturale. Molto bello. Maria

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    1. Poche sono state le occasioni che mi hanno permesso l'incontro con un uomo ricco, nobile per sentimento (lo stesso dicasi comunque anche di quei poveri incattiviti dalla dura sorte ovvio),ma tante sono state le occasioni in cui ho trovato "luce" sul volto di persone smarrite, anche se incerte per la sorte del loro cammino.Un bacio MARIA

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  4. In questo post, peraltro scritto in un periodo a dir poco difficile per quanto è avvenuto e ancora sta avvenendo in terra emiliana, sicuramente si può cogliere il meglio del tuo istinto narrativo, cara Mirka: alludo a quella cinepresa che in fondo è la tua penna, capace di farci spiccare il volo verso temi universali partendo dal basso, da ciò che si trova accanto a noi. Un paesaggio che vediamo progressivamente dall'alto, con plus-valore di riflessione. Grazie per questa energia narrativa indomabile.

    Andrea

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    1. Grazie ANDREA per questo tuo aver colto il mio sperimentare la vita dentro il sentimento che la muove,la "disperata" vitalità cara anche al nostro amico comune P.P.Pasolini,l'indomabile forza che si vuole sopravvivere sfidando la notte o...abbandonandosi a lei.Un abbraccio caro,Mirka

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  5. Quando non si comprende,si costruisce l'angoscia,fuori e dentro,"disgusto" e dolore per il peso di ogni "incertezza". Salva il valore "maestoso" di quella donna sconosciuta che con indifferenza paga il "suo"conto. Ornella

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    1. Eppure ORNELLA son convinta che vittoriosa sarà l'"indifferenza" della donna che il "suo" conto paga anche se di malinconia avrà pieno il cuore.Un bacio,Mirka

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  6. Quelle "gioie bambine nate adulte",saranno la vera unica vittoria di ricchezza sull'immondizia dei giochi viziosi cresciuti forse anche per noia. Bel post. Gianni

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    1. Alla fine di tutto,GIANNI,credo proprio che sarà come tu hai detto,complice il silenzio che fa cenno di spalancare la finestra affinchè l'aria e gli uccelli entrino come di bambina immagine felice perchè "parola" non serve più.Mirka

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  7. Una narrazione che tocca. Secca,dolorosa,di "adulta"ironia,profondamente malinconico.testimonianza di una orgogliosa affermazione di dignità che permane sui miseri giochi di poteri superbi e idioti. F.

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    1. ...e sarà proprio l'ironia o la fede che salverà più ancora che lo sconforto o l'invocazione alla "santificazione" dell'umana specie.Mirka

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  8. Le realtà scandiscono il tempo degli uomini,ma le attese hanno il gusto,a volte amaro,dell'eternità sconosciuta quanto imperfetta. Post che piacerbbe a Scola. Luigi

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    1. Bene LUIGI,ci rivolgeremo a un'altrettanto bravo regista ma...che ne comprenda la profonda interiorità espressa in poche parole e in ancor meno gestualità.Grazie,Bianca 2007

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  9. I ricchi ridono (ma vedremo) sulle disgrazie degli altri,la donna alla quale hai dedicato il post, ne conosce tutta l'arroganza tronfia,si "disgusta" poi si avvolge nella sua fiera solitudine e va senza attendersi nulla se non da se stessa.Baci baci baci.Orietta

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    1. E' così ORI,almeno io l'ho vista in questo modo.Bacio,Mirka

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  10. Ridono i "Bertolaso" sulle macerie dei giusti. Una donna và pel suo cammino portandosi dietro la sua "bellezza" di antica consapevole malinconia. Gran bel post, Mirka. Ciao. Luciano

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    1. E chissà che quella "consapevole malinconia" non sia un'accettato destino,LUCIANO che abbraccio solo col sorriso.Mirka

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  11. È difficile immaginare il sorriso negli occhi di quegli uomini,della donna,invece,ne sono certissimo. Klaus

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    1. Forse per quella donna,KLAUS il sorriso è nato con lei,costante che si rinnova all'alba e sicuramente prima ancora che la notte.Mirka

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  12. Bel post. Quella donna cosi maestosa nel pagare il suo conto,lo era perchè sapeva di poter disporre di un'altra ricchezza accumulata dentro al suo cuore sfruttando l'ambizione per guadagnarsela,le capacità morali e intellettive affinchè potesse attingervi nelle prove pesanti. Quel gruppo di uomini ridanciani e "da cesso",in una pisciata. Mario

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    1. Auguro a quella donna sconosciuta,MARIO, che riesca sempre ad accumolare le ricchezze de cuore.Degli "altri" il "suo" passare oltre.Mirka

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  13. Probabilmente solo quella donna ha trovato la forza di guardarsi dentro,prendere per mano la propria malinconia e con uguale coraggio andare incontro al proprio destino. Grazia

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    1. Un commento GRAZIA, che condivido in tutta la sua piena consapevolezza che a un tipo di percorso non si sfugge,ma o inutilmente lo si contrasta,logorandosi,oppure gli si va incontro con un malinconico sorriso compassionevole e buono.Bacio,Mirka

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