fiume

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fiume della vita

domenica 2 dicembre 2012

"NON HO PIU' TEMPO PER RESTARE" -REPLAY





.Per Te canterò se Tu non puoi cantare il tuo dolore scorrerà nel fiume della vita.      Per Te rspirerò la luce del mattino, i giorni tuoi ricorderò le sere dell'amore.        Per TE parlerò con gente della strada, così nel mondo Tu vivrai  e non sarai più solo. ( M. Theodorakis)




"Fummo comunisti per orizzonte, per latitudine del chiamare e del sentirsi chiamati, per vocazione a non avere nulla altro che la vita". ( Dal le conversazioni di Alfonso .Gatto)


"Cos'è la vita?  Una frenesia.  Cos'è la vita? Un'illusione, un'ombra, una finzione; ed il maggior bene è piccolo, poiché la vita è un sogno". (Calderon De La Barca)



Sono anche musicista, (cantante per essere più precisa). Fare Musica, cantare, è stata la mia prima ragione di musicista componente del Primo Complesso Polifonico sorto in Italia e che ha preso il volo nella RAI di  Roma, poi assorbito nel Coro lirico sinfonico dove  era pur sempre bello essere scelti  in parti solistiche (anche in film) a seconda dell'abbisogna.      In seguito fu  "rottamato"  (tanto per  stare in sintonia col termine così di moda oggi) insieme ad altri prestigiosi complessi, orchestrali, cameristici, Cori, Si ritenevano "gioielli di famiglia" , troppo onerosi da tenere per la crescente crisi in atto e, quindi da "svendere" pur con "immenso dolore" giacché la cultura è si, importante, ma più importante è restare al passo coi tempi che reclamano gli appalti coi benefici (sottobanco per chi li approva e si fa garante della riuscita che frutta utili a oltranza...).
La cosa, o meglio il verdetto ci fu regalato come panettone natalizio due mesi prima delle feste, addobbate, come sempre, con lustrini e palle colorate.    Si presentò nell'auditorium al completo, un ceffo, burocrate e impassibile, splendido emissario dei giochi di palazzo, e gelidamente ce ne diede l'annuncio ufficiale.     Ovviamente il lavoro di preparazione (frammentazione) era stato preparato scientificamente "a tavolino" da anni, e le voci appestavano l'aria come ora l'ILVA.    Il giorno dopo l'annuncio dismissione rio avrebbe dovuto esserci il Concerto del l'inaugurazione della stagione musicale. Cosa che non ci fu. Lo sostituirono gli applausi, i dibattiti, i molti caffè portati all'alba dal colore del papavero dagli amici e solidarizzanti...  Tralascio i particolari perché esulano dal senso di questo post, anche se qualcuno se ne ricorderà da un post scritto sull'allora blog di Splinder.

Comunque per ritornare al punto della questione di questo replay, tengo a dire che, fra i miei "altri" interessi, oltre a quello della musica, primaria attività e professione, ci era quello della scrittura.     Avevo cominciato a scrivere, sotto uno pseudonimo, racconti su riviste femminili, quando ancora ero studentessa, per integrare le spese vive di mantenimento e gli studi di medicina.  Continuai a farlo anche se in modo discontinuo e ovviamente sempre sotto pseudonimi.     
In RAI invece mi sono sempre firmata col mio nome doppio Ebe Mirka, conosciuto e stimato..  Come musicista, per il mio impegno civile, per le lotte che non si limitavano solo al nostro settore, ma che abbracciavano tutti i campi..        
Si, la mia vita non ha mancato di intensità e di molteplicità, fra onde e marosi, triplici salti mortali, forti emozioni, ricevute e date. Ho avuto il bene di conoscere persone che  hanno inciso con l'oro la mia anima e i miei pensieri e, ho conosciuto gaglioffi vestiti con impeccabili doppiopetto e con sorrisi fermati alla bocca.    Tutto ho vissuto.   Lo dicono bene i miei occhi, anche ora, nella loro azzurrite limpida, che prontamente cangiano in cupo e dark, col calare d'un ombra che oscura il sole, e percepita con molto anticipo.  
Ho conosciuto ricchi solo perché sguazzavano nei soldi, ma puzzolenti come "lavoratori" di fogna. Altri, poveri solo per ristrettezze di entrate, ma con l'onestà e l'accoglienza visibile e schietta come un sole che non brucia né inganna. Un sole che usciva da ogni tasca sdruscita saltando allegro come tante pepite d'oro.
   
Ma...andiamo avanti col tema, la RAI di allora, aveva un giornale ufficiale. Si chiamava "ARMONIA " e  fu proprio lì che scrissi questo articolo  che desidero riproporre.    Chissà che non possa interessare ancora a qualcuno, catturare  l'attenzione per qualche passo o semplicemente un motivo di piacere nell'ascolto di questi spirituals.






e con rimpianto sdegnosa la vita fugge fra l'ombre." (Virgilio,Eneide,Libro XII)



Un poco di tempo fa, scrissi questo. Voglio riproporlo per  ricordarmi che, gli impegni presi con se stessi vanno sempre assoluti, e, possibilmente metterli in pratica. Perché "ingannare se stessi" è prendere in giro la vita che sempre insegna e...impietosa fugge!
C'era una volta  un piccolo uomo. A lui era stata donata la vita attraverso un atto d'amore.
A sua volta avrebbe dovuto viverla e impiegarla con un altro atto d'amore. Il piccolo uomo si era costruito un pallottoliere e, con la sua pallina di vetro, giocava.
Il piccolo uomo che aveva avuto in dono anche l'intelligenza,nimparò l'uso dei numeri. Con stupore imparò le molte cose che si potevano fare coi numeri, anche se era arrivato a contarne solo 10. In questi numeri c'era proprio tutta una magia. E l'inventore era stato proprio lui, il piccolo uomo. Insuperbito da tale scoperta, cominciò solo un poco timoroso, a giocare con questi numeri. Moltiplicava, toglieva, aumentava ancora, sottraeva, sempre più insuperbendosi, sempre più testardamente illudendosi di poter ormai osare tutto. E si divertiva il piccolo uomo a far girare come trottole quella pallina di vetro. Lui stesso girava."Evviva" gridava. "Posso capire tutto. Tutto posso fare! Perché non sfidare allora anche i miei simili, i miei fratelli di ventura? Potrei avere dominio su chi cade nella "tenzone" imposta dalle mie leggi. E perché non sfidare anche Colui che mi fece dono della vita?!" Il piccolo uomo arrestò di botto il suo giro di trottola. "Sto esagerando" si disse "fermiamoci  ai miei fratelli".
E continuò imperterrito e arrogante il suo gioco. La sfida ormai era lanciata e,dimenticato si era del suo DATORE DI VITA e di come avrebbe dovuto fare uso dell'atto responsabile nato dall'amore e che doveva continuare solo per quel fine.
Ora si erano aperte tante strade; le "sue". Quelle create dalla presunzione del piccolo uomo. Il caos inquieto entro il quale era entrato, produceva inarrestabili forme. Esseri che di umano non avevano forse neppure il sembiante. Altri uomini, presuntuosi come lui, si formarono. Ed erano così presuntuosi che volevano essere conosciuti da tutti, persino da coloro che sarebbero venuti dopo di loro. E questi altri piccoli uomini erano così vanitosi da sentirsi lieti ed appagati solo per la stima di quelle cinque o sei persone che gli ruotavano attorno.
Si sa che l'ammirazione guasta ogni cosa e così fu facile cadere  anche nel l'indolenza.  L'orgoglio dominava i piccoli uomini  con un possesso talmente naturale ,che gettavano la vita con gioia, purché gli altri esseri ne parlassero. Non si accontentavano più della vita che sentivano in loro e nel proprio essere. Volevano viverla, inoltre, nel concetto degli altri, di una vita immaginaria e, a tale intento si sforzavano di apparire. Lavoravano senza posa ad abbellire e a conservare il proprio essere immaginario, trascurando così quello vero. E se possedevano la tranquillità e la generosità o la fedeltà, si davano premura di farlo sapere allo scopo di fare inerire tali virtù all'altro essere che era il loro, consentendo volentieri di essere codardi, pur di acquistare fama di valorosi. Gran segno di nullità del piccolo uomo, proprio questo, di non essere soddisfatti dell'uno senza l'altro e di scambiare spesso l'uno per l'altro. Un nonnulla lo consolava perché un nonnulla bastava ad affliggerlo. Il piccolo uomo, conobbe così le esaltazioni e le sconfitte, l'incanto e il disgusto insiti in ogni esperienza umana. Qualcuno pagò anche di persona andando al fondo della vita, scorgendovi un'insanabile imperfezione, il germe stesso della sua sofferenza..Constatò così l'inutilità, la caducità, e la vanità dei suoi giochi.
C'era la coscienza lucida di tale sorte. "La coscienza del male e dei limiti dell'uomo", si diceva il piccolo uomo per consolarsi attraverso questo equilibrio intellettuale.
"Ciascuno soffra la sua ombra" ebbe a dire Virgilio nella sua Eneide. Attraverso i secoli, questa voce della coscienza che non riesce a placarsi con se stessa dell'angoscia di un perenne divario fra l'uomo e la sua ombra, fra l'istinto e le ragioni individuali e i loro riflessi sociali, sarà motivo dominante del travaglio umano se non si scoprirà anche la grandezza che coesiste insieme al male in ciascuno di noi. Tutte queste miserie provano la sua grandezza. Sono miserie di gran signore, di "re spodestato", direbbe  Blaise Pascal. Conoscere di essere miserabili è quindi un segno di miseria ma, in pari tempo,un segno di grandezza perché significa che l'uomo riconosce di non essere quale dovrebbe essere (e aspira ad essere).E,quindi, che tale miseria non gli è congenita ed essenziale, ma è "miseria di re spodestato".
Anch'io non sono sfuggita alla presunzione del piccolo uomo che si divertiva a giocare  con la pallina di vetro del suo pallottoliere.I segni che Dio ci dona per capire e ravvedersi sono tanti e continui. Siamo noi che non li sappiamo riconoscere perché crediamo testardamente solo alle nostre strade. Due anni fa feci un concerto nella mia città natale.

Nel programma vi avevo messo alcuni spirituals. Uno di questi diceva "Steal away to Jesus". (Vai da Gesù. La strada che finora hai percorso, ti ha portato solo delusioni ed amarezze. Va' da Gesù. La sua voce è arrivata nella mia anima attraverso il tuono e lo squillo di tromba. Non ho più tempo per restare..."      Dopo questo concerto, ebbi un periodo nero. "Scalognato" direbbero a Napoli. Impoverita delle mie risorse fisiche e psicologiche, mi prese una febbre altissima che mi durò una settimana, malgrado gli antibiotici."Difese che la natura manda" direbbero i medici.     Durante una notte sognai di cantare questo spiritual:
"Steal away to Jesus  

  Mi svegliai di colpo e comincia a capire. Ora il piccolo uomo ha cominciato il suo viaggio a ritroso. Riuscirà a riprendere l'interrotto bandolo della sua matassa? E' risaputo che non difetta in testardaggine, caparbietà, incostanza e, per un certo gusto al piacere della comodità...       Ma, "Non ho più tempo per restare".   E con l'aiuto del mio DATORE DI VITA, saprò trovare la forza di perseverare. Almeno lo spero. Soprattutto per la serenità apportatrice così  necessaria  al cammino dell'evoluzione.


Mirka 





8 commenti:

  1. Ricordo quando li cantavi tu questi spirituals! Il teatro era un'unico battito di cuore,poi....bis...bravaaaa! Un bacione.Lilli

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  2. Questo tuo post è una meditazione dialogica,ghepardina cara. In quel periodo di grossi cambiamenti,noi eravamo lontane e la frequentazione si era un pò allentata ma,trepidavo,anzi trepidavamo per te e pregavamo affinchè tu facessi la scelta giusta. Sei stata molto coraggiosa,forse un tantinello impulsiva.Ma la tua natura è questa e non potevi che seguirla. Lo spegnimento di quell'altissima cultura musicale è stato in ogni caso una grande perdita di un bene comune.Con affetto ti abbraccio.Carlotta

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    1. Vero,CARLOTTA,la propria natura NON si può modificare e di questo ne sono fiera,meno per la mia impulsività che,se non la tengo a briglia continua a crearmi qualche guaio anche se poi,nel tempo,tutto si capisce e risolve. Qualcuno disse "Spero di morire vivo".Bene.Anch'io mi auguro questo.Bacio,Mirka

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  3. Il "potere" annuncia le sue regole senza nessuna intenzione di rispettarle,carissima.E'uno "spergiuro" in partenza e in partenza sa di creare dei Getsemani senza ulivi.Eppure tu ce l'hai fatta a portare avanti doveri pesanti e portarli al loro compimento,continuando ad arricchire il tuo talento esprimendoti in tante forme veramente straordinarie. Ti sei messa in gioco,e questo è essenziale per essere viva,hai vinto la tua battaglia.Come persona,come donna,come forza motrice che guida il proprio destino. Dolcissimi questi spirituals! Caramente ti abbraccio.Maria R.

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    1. Il potere MARIA,crea frontiere artificiali,sicuro di poter spegnere ogni resistenza,"illudendosi" di vincere i "volontari eserciti degli eroi" con la paura,senza tenere in conto che,ogni frutto cade da solo nelle mani di chi conosce i suoi diritti ed è capace di aspettare,nel mentre si organizza,tra la disciplina,la fatica del sopportare e "mandar giù",tener pulite le mani,per NON confondersi coi suoi strozzini,la consapevolezza che,la sua responsabilità morale è quella di NON PIEGARSI,perchè nel frattempo si è anche fatto forte,proteggendo e difendendo il suo nucleo d'essenza e inviolabile che fuga ogni paura.Ricambio l'affettuosità,Mirka

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  4. Persone come te non si deprezzano ma trovano in quelle prove grosse che il destino manda,un'energia enorme e nuova, ricavandola dalla loro propria sostanza indivisibile e indistruttibile.I "piccoli uomini" continueranno invece a seminare modelli morti.Grande post,Mirka e bellissimi gli spirituals.Affettuosamente ti abbraccio.A.

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    1. Grazie di cuore A. A volte mi chiedo chi mi ha aiutato ad arrivare sino a questo versante della mia vita.Probabilmente,come hai detto il "non deprezzarmi" costi pure il prezzo d'una immensa solitudine ma...diversa e viva.Mirka

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