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fiume della vita

mercoledì 18 gennaio 2012

IN DISSOLVENZA RAVEL

E fu una vita alternativa,quasi metafisica,che s'imponeva
sul chiasso d'una stazione ferroviaria di formicaio in moto
di lavoro stanche della loro specie d'insetti a zampe sei.

Adagio" Concerto in G.Major -Ravel)


 Il concerto per "La mano sinistra" di Ravel m'aveva presa.Tutto m'infastidiva.Il brulicare di gente,le valige a terra,qualche testa a pera che per qualche secondo era riuscita a catturare la mia attenzione,la voglia di grattarmi il braccio sinistro in quel punto appena sotto il gomito (il Gentalyn "Beta betina " di filastrocca memoria, era finito e le farmacie non erano a portata di galoppo per un concerto che assolutamente non dovevo perdermi), mannaggia "quel tempo" diventato "presente" ossessivo anche se a intervalato dalla  benevolenza di qualche divinità amante delle spine più che delle rose...Mi disturbava la voce  monotona che gracidava dall'altoparlante annunciando arrivi e partenze,la tracolla che volentieri avrei buttato sotto al primo treno tanto era pesante e ingombrante,gli stivali che cominciavano a stringermi lae gambe,il freddo che rosicchiava come topi senza pifferaio. .Insomma,mi sentivo un'aliena sbattuta a forza su  uno strano pianeta chiamato Terra.Io stavo con Ravel nel 1931,anzi no nel 1933 di un gennaio freddo come quello che sentivo,questo si,avevo incontrato il famoso pianista austriaco Paul Wittgenstein,rimasto privo del  suo braccio destro durante la grande guerra che,testardo come me,aveva chiesto a Ravel di comporgli un pezzo dove potesse far valere la sua bravura anche se mutilata.E Ravel ne fece un CAPOLAVORO.In un tempo solo,con molti effetti jazz,purtuttavia non certamente di semplice scrittura ma che dovesse dare l'impressione che fossero le due mani a suonarlo per cui non fosse possibile avvertirne nessuna carenza sonora,ma che ne potesse scaturire pienezza e una varietà di scrittura quasi impensabile per le sole cinque dita.Ben lontano comunque dal far pensare a un'opera di laboratorio ma di una costruzione così perfetta per l'arditezza d'impianto come per la sorprendente ricchezza espressiva e un'architettura fonica dalle più alte vette inimmaginabili,dove si richiedeva una tecnica d'acciaio,un pianista resistente all'enorme e prolungato sforzo.E fu in questo raro equilibrio di drammaticità e virtuosismo fusi in perfetto accordo senza che l'uno prevalesse sull'altro che,anch'io ho vissuto la magia di quel concerto eseguito da una giovanissima  e (ancora) sconosciuta pianista,sino alla stazione di Bologna dove tutto si dissolse in un granaio di vespe e vespasiani.Difficile trovare il sonno poi tra quel contrasto di una visione che mi porto dentro e la misera umanità grigia pur nei suoi variegati colori artificiali.
Mirka 

12 commenti:

  1. Che bello l'adagio del concerto, Mirka....
    Ma era Helène che hai sentito? Me la son sempre persa, così come la Hewitt, che era a Milano lunedì mentre io mi trovavo a Firenze...

    Musica avvolgente, segno di dolcezza e mistero....

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  2. MARZIO,
    da musicisti esercitati all'esigenza,diciamo" Si quell'ADAGIO avvolge di espressività dolce quanto misteriosa".Ero a Bologna in una villa privata a ridosso delle colline bolognese quando ho ascoltato quella giovanissima e promettente pianista così assomigliante a Helén.Ed è stato difficile,dopo,entrare nel mondo delle ferrovie.Credo tu lo possa capire.Ti abbraccio,Mirka

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  3. Non conosco molto bene Ravel.Mi sono fermato al bolero,ma grazie a lei approfondirò.Il pezzo che ha messo è bello e suggestivo.Comprendo bene quel "contrasto" di cui parla,tra il fuori (stazione) e la sua interiorità.Per altri sarebbe stato un fermarsi solo con un pò più di noia in più a un ordinario al quale assuefarsi.Cosa che sarebbe avvenuta molto in fretta.
    Con stima la ringrazio per il dono del suo mondo e per la musica che ci fa conoscere.Paolo P.

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    1. PAOLO P.
      Mi fa piacere se questo post è stato un motivo per conoscere meglio Ravel.
      Forse anche lui come me sarà stato insofferente ai rumori d'ogni tipo di guerra che,per guerra lui immaginava solo il "bolero".La ringrazio per la sua gentile attenzione.Mirka

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  4. Cara Mirka,stupisce non poco il tuo scrivere di "contrasti" con la passione che ti circola dentro.Però così si evidenzia.Ringraziamo allora Ravel e a te un abbraccio. Luciano V.

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    1. LUCIANO
      caro,appunto perchè mi conosci mi stupisce la tua meraviglia.Eppure dovresti sapere che,se in me coesistono contrasti dovuti alla passionalità e alla ratio che la controlla,ciò che lega indissolubilmente il tutto è l'umorale (ahimè così evidente) che alla fine trova rifugio morbido nell'armonia interna con i lucchetti ben serrati.Abbraccione,Mirka

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  5. Amica cara,come capisco il tuo nervosismo al limite della rabbia.Violentare un territoria dove regna l'armonia è cosa da barbari o da giramondi che mai conosceranno quei beni di fortuna.Ti abbraccio forte.L.S.

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    1. L.S.
      Il nervosismo è dire poco,dolce amica mia che frastuono e grigia umanità pur variegata da colori artificiali,mi è fastidiosa come il vento quando solleva polvere e non hai gli occhiali.Abbraccio condiviso con tutto un piacere aggiunto.Mirka

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  6. Di tutti i tuoi numerosi articoli che hanno un concerto come protagonista, questo è uno di quelli che più mi è piaciuto. L'asimmetria poi fra armonia dei piani alti e chiasso di quelli sotterranei lo ha reso più umano e non è cosa da poco che l'assoluto si percepisce meglio partendo da spazi ristretti.

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  7. ENZO,
    dovrei ringraziarti se all'"assoluto" guardassi,cosa lontana da me, mentre è all'armonia che guardo scalciando ogni eccesso o umanoNONumano anche se la visione unitaria resta a utopia.Mirka

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  8. Che bel post,Mirka! Il contrasto della vita che,Ravel,proprio come te,cercava di cogliere nella molteplicità delle forme,viste da fuori,e portate dentro di sè,savaguardandole da qualsiasi infiltrazione che le potesse inquinare dalla libertà del suo sentire.Grande opera il "Concerto per la mano sinistra"!.N.Samale

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    1. NICOLA,
      "salvaguardandole da qualsiasi infiltrazione che le potesse inquinare dalla LIBERTA' DEL SUO SENTIRE".
      Un bacio,Mirka

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