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fiume della vita

lunedì 8 luglio 2013

APOCALITTICHE ILLUSIONI

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.immaginare, a volte può far ridere la realtà


Karina pensava d'avere la febbre, tanto era rossa. La trappola l'aveva tesa il sole tuffato in piscina e lei dentro in quel fresco fuoco fatuo.  Le pareva d'essere avvolta da due calde braccia o da un enorme aperitivo alla menta piperita.   Fu l'ottimismo infantile del cuore o il pessimismo adulto dell'intelligenza a dire alla donna che avrebbe dovuto accontentarsi di immaginare il mare dentro a una scodella che gioca coi riflessi, presi da vecchi libri comprati dagli antiquari e rimessi sul mercato in bella mostra su una bancarella sperando nel l'orso di Berlino?!...    Che la vita è tutta qui. Esaltazione prima, serena meditazione poi, nell'intreccio tra realtà, sognoricordi, il tempo che passa, i cambiamenti e noi con loro.  I volti che sfumano, mentre gli odori restano attaccati a un dettaglio. Di voluttà, di schifo, di temperatura calda o fredda, un abito indossato per l'abbisogna circostanziale, l'improvviso d'una estraneità nel bel mezzo della festa, il diritto all'innocenza ingenua, l'occhio oltre il muro, i canti in febbre di pennello, le utopie rese possibili dall'audacia d'un sogno giovanile formato su un'unica fronte e su un valore rosso gagliardo sferrato nelle fabbriche e nelle piazze, ma finito in una "strana" legge universale appuntata a una gemma d'albero, le boccacce ai timonieri  del grande Ufficio legale, il contrabbandare svelto per trarne un  povero vantaggio, la legge morale sempre pronta a vincere, ma alla fiera delle maestranze, i teneri animi valutati dai duri, le ricette della felicità o del dolore (s)misuratamente scambiate, la nostra vitalità sopravvissuta ai massacri pronta a navigare in uno stretto misterioso passaggio, ma liberi finalmente di toglierlo le maschere indossate e consacrate a un vassoio indifferente a ogni sguardo di passante.      Purché se è vero che non si può disporre liberamente della vita, è pur vero che,"nulla finirà nel nulla".        Qualcuno, un giorno e non importa quando né come, raccoglierà quel che noi abbiamo lasciato in sospeso e, forse, scomoderà pure Dio dai suoi "divertimenti" spesso travestiti da Mesmer o da verità colorate dai dubbi.   Così si diceva la donna, tra se e se, stendendo le gambe sulla poltroncina allungabile per rilassarsi dopo una giornata calda, pesante, con il verde d'un tropicale in mano e, questa volta nella vera trasparente realtà, persino canticchiando.

Mirka


"Fever"  ( Jazz- Peggy Lee-Madonna)




4 commenti:

  1. Riuscire a dominare la pesantezza di un giorno e riuscire a dominare la paura che ci prende quando le forze c'abbandonano e sembra che tutto si blocchi, la "terza fase" è quella delle gambe allungate,il canticchiare mentre si sorseggia un tropica.l Il nuovo non può essere che quello dell'"ascesi" rivoluzionaria che, insieme all'armamento dona l'azione. Forza Karina! Tu che con tanta generosità e prontezza eri sprone per tutti noi. Un bacio.Maria R.

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    1. ...e una'abbondante doccia rivoluzionaria. Bacio,Mirka

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  2. Quello che non tocchiamo,si può cogliere nell'energia che fluisce da ciò che s'immagina. E quello che si riceve non può essere che una costante sintonia con l'universo,che impegna a concquistare una delle virtù più faticose da raggiungere. La serenità. E quì il cammino è chiaro. Bellissima musica. Giorgio S.

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    1. Bellissimo GIORGIO.Grazie infinite per questo potente messaggio augurale. Mirka

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