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fiume della vita

giovedì 19 luglio 2012

A DETTA DI UN'UOMO LUCIDO E INTEGERRIMO COME ENRICO BERLINGUER.I PARTITI


 
La forza delle idee seme sicuro di fioritura per terra buona e vino non edulcorato per vigneti



...poi anche il cielo divenne inchiostro mentre la terra s'inaridiva i vigneti acqua o acqua al metanolo


E' un dovere morale pubblicare i pensieri di un'uomo "integerrimo" che porta il nome di  Enrico Berlinguer,a capo di un Partito che in illo tempore si chiamava P.C.I (Partito Comunista Italiano) e che governò con altrettanta coerente integerrimità rigore,lucida visione,coraggio e contro chiunque avesse in atto anche se in modo celato o sotteso forme antiCostituzionaliste ipocritamente fatte passare per moderno word in progress .

Ho conosciuto di persona Enrico.Ogni giovedì con altri tre amici musicisti e compagni ci si recava nella sua casa di via Ronciglione per fare musica.E in quelle ore la sua casa risuonava di purissimo cristallo.Di sogni "fattibili".Di ideali resi  "possibili"  nella realtà,per la volontà degli uomini,dai loro sforzi costanti,sempre sottoposti a spietate revisioni di coscienza.Alla responsabilità di farne vita in progress a cui guardare senza lasciarla in balia di improvvisi cambi di vento o di bandiera.
Davanti ho ancora i suoi occhi.Ridenti e tristi,La sua voce sommessa che si faceva udire negli angoli più riposti della casa.

Mirka


Dieci anni prima che nascesse tangentopoli,Enrico Berlinguer rilasciò questa intervista a Repubblica (28 luglio 1981) dicendo cose che,a distanza di 29 anni,fanno rabbrividire per quanto siano vere nel loro tragico radicarsi ed avverarsi.Oggi la situazione descritta-sfruttata appieno dal regime berlusconiano-è ben più grave,umiliante e pericolosa di allora.

"I partiti macchine di potere e di clientela"

I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela; scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente,idee,ideali,programmi pochio o vaghi,sentimenti e passione civile zero.Gestiscono interessi,i più disparati,i più contraddittori,talvolta anche loschi,comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti,oppure distorcendoli,senza perseguire il bene comune.La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello,e non sono più organizzatori del popolo,formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa; sono piuttosto federazioni di correnti,di camarille,ciascuna con un "boss" e dei "sottoboss".La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi.Per la DC; Bisaglia in Veneto,Gava in Campania,Lattanzio in Puglia,Andreotti nel Lazio,De Mita ad Avellino,Gasparri in Abruzzo,Forlani nelle Marche e così via.Ma per i socialisti,più o meno e lo stesso per i socialdemocratici peggio ancora...
I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni,a partire dal governo.Hanno occupato gli enti locali,gli enti di previdenza,le banche,le aziende pubbliche,gli istituti culturali.gli ospedali,le università,la Rai TV,alcuni granfi giornali.Per es,oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano,Il Corriere Della Sera,cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente,ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine,Insomma,tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare o spartire.E il risultato è drammatico.Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica.Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine,se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazioneamministrativa viene data,un appalto viene aggiudicato,una cattedra viene assegnata,un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata,se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi,anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti":
(...)
molti italiani,secondo me,si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato,delle sopraffazioni,dei favoritismi,delle discriminazioni.Ma gran parte di loro è sotto ricatto.Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti,ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne,o temono di non riceverne più.
(...)
noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato.I partiti debbono,come dice la nostra Costituzione,concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi dello Stato,sempre più numersi centri di potere in ogni campo,ma interpretando le grandi correnti di opinioni,organizzando le aspirazioni del popolo,controllando democraticamente l'operato delle istituzioni.
Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi,che i poveri e gli emarginati,gli svantaggiati,vadano difesi,e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni,che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto agli altri,che la professionalità e il merito vadano premiati,che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata.
(...)
Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni,di immensi costi e disparità sociali,di enormi sprechi di ricchezza.Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati,rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell'economia,pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale,che l'iniziativa individuale sia insostituibile,che l'impresa privata abbia un suo spazio e conservi un suo ruolo importante.
La questione morale non si esaurisce nel fatto che,essendoci dei ladri,dei corrotti,dei concussori in alte sfere della politica,bisogna scovarli,bisogna denunciarli, e bisogna metterli in galera.
La questione morale,nell'Itali d'oggi,fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti,fa tutt'uno con la guerra per bande,fa tutt'uno con la concezione della  politica e con i metodi di governo di costoro,che vanno semplicemente abbandonati e superati.
Ecco perchè dico che la questione morale è il centro del problema italiano.
(...)
Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese.Se si continua in questo modo,in Italia la democrazia rischia di restringersi non di allargarsi e di svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.
Il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione.I due mali non vanno visti separatamente.L'inflazione è,se vogliamo,l'altro rovescio della medaglia.
Bisogna impegnarsi a fondo contro l'una e contro l'altra.Guai a dissociare questa battaglia,gua a pensare,per es.che pur di domare l'inflazione si debba pagare il prezzo d'una recessione massiccia e d'una disoccupazione,come già in larga misura sta avvenendo.Ci ritroveremo tutti in mezzo a una catastrofe sociale di proporzioni impensabili.Noi sostenemmo che il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive,ma anche insoddisfazione,smarrimento,infelicità e che,comunque,la situazione economica dei paesi industrializzati-di fronte all'aggravamento del divario,al loro interno,tra zone sviluppate e zone arretrate,e di fronte al risveglio e all'avanzata dei popoli dei paesi ex-coloniali e della loro indipendenza-non consentiva più di assicurare uno sviluppo economico e sociale conservando la "civiltà dei consumi",con tutti i guasti,anche morali,che sono intrinseci ad essa.La diffusione della droga er es.tra i giovani è uno dei segni più gravi di tutto ciò e nessuno se ne dà ralmente carico.
Ma dicevamo della austerità.Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi,accrescere il risparmio,contenere i consumi privati superflui,rallentare la dinamica perversa della spesa pubblic,formare nuove risorse e fonti di lavoro.
Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro parte a questo sforzo di raddrizzamento dell'economia,ma che l'insieme dei sacrifici doveva essere fatto applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere come obiettivo quello di dare l'avvio a un diverso tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi ma anche più umani9
Questo fu il nostro modo di porre all'inflazione e alla recessione,cioè alla disoccupazione.
(...)
Il costo del lavoro va anch'esso affrontato e,nel complesso,contenuto,operando soprattutto sul fronte dell'aumento della produttività.
Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso,una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi.Se questi elementi non ci sono,l'operazione non può riuscire.




L'Internazionale"



15 commenti:

  1. E' la differenza fra pensare la politica come impegno per la società rispetto a considerarla come impegno per una lobby.

    Purtroppo la democrazia non ci libera da chi la pensa nel secondo modo....

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  2. Finta democrazia,caro MARZIO,dove ha trovato ampio spazio tutto fuorchè il buono in progress a cui stringersi.Dove la sovranità popolare conta men che zero e dove i partiti e i media a loro asserviti sono le "lobby" emergenti aventi come unico scopo il monopolio cinicamente pilotato verso gli incertimentre sbaracca i pavidi,e corrompe per assoggettare, schiavizzare (uh la goduria quando i segni tornano!) strozzarli con arroganza e senza alcun ritegno da interessi capitalistici biechi oscuri e sporchi quanto chiara è l'"eversione anticostituzionale" che la muove.

    Domanda invece a te.Ma perchè non riesco ad entrare nel tuo blog e quando ci provo mi esce fuori solo il tuo profilo?...

    Mirka

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  3. Non appartengo a quella corrente di partito e tu lo sai bene,ma ammiravo profondamente nella persona di Enrico Berlinguer la sua assoluta moralità comprovata dai fatti, la coerenza ai suoi ideali,il coraggio di questa denuncia da lui così dolorosamente vista e annunciata.Lo tradì "anche" l'utopia del suo partito ritenuto da lui non "sbriciolabile".Lode a Enrico e grazie a te per il merito d'avercelo ricordato con questa grande,lucida,straziante testimonianza.Affettuosamente.Av R.S.

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    1. R.so.Ma aun'uomo come Enrico Berlinguer anche gli avversari politici dovettero riconoscergli meriti e virtù per loro pianeti sconosciuti e che mai conosceranno,abbassando gli occhi forse per residuati rigurgiti di vergogna di coscienza appena sfiorata ma subito in fuga.
      Con affetto,Mirka

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  4. Anche se di estrazione marxista,Berlinguer non vedeva l'uomo come un labirintico e inattingibile.Era un uomo chiaro di pensiero e semplice nell'esporlo pur avendo un'approccio politico alla realtà umana e sociale attentissima e quasi visionaria come ce la dice questa eccezionale intervista.E la sua fine colpì proprio tutti.
    Un abbraccio sincero d'affetto.Sergio

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    1. Enrico era attentissimo ai bisogni elementari della gente,ne aveva profondo rispetto,non si distrasse mai da ogni realtà diversificata perchè l'amore che sentiva era autentico e ne sentiva tutta la responsabilità di riconoscerle e,conseguentemente fare.Fare senza sprecare neppure una parola già detta.Un grande abbraccio,Mirka

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  5. Ricordo questa intervista fatta a Scalfari.Grande.Commovente.Incredibile per intensità di forza e coraggio.Grazie anche al tuo di coraggio e di continuo impegno civile.Un abbraccio .Grazia

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    1. Finchè si è vivi è dovere GRAZIA impegnarsi per contrastare ogni tipo di menzogna,ricordare agli ignoranti che,forse, dietroc'è anche altro che aspetta luce conoscenza responsabilità anche di guardare oltre il proprio naso.
      Abbraccio,Mirka

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  6. Uomini così dovrebbero lasciare la terra il più tardi possibile,però soffrirebbero troppo.E allora grazie Enrico per i valori che hai lasciato,per il bene che hai fatto a un paese che forse neppure lo meritava ma che la gente pulita e onesta ricorderà sempre con commossa gratitudine.Cati

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    1. Poco consola,cara CATI ma ricordarlo è un dovere che riporta in vita la commozione,la lucida analisi di una realtà che,se fermentava allora,OGGI è diventato cancro con mille forme e radici.
      Mirka

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  7. Il nobile Enrico,il nostro Guevara volutamente non compreso.Mario

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    1. Comodi alibi, sempre, per chi non ha a cuore il bene vero dell'umanità.Mirka

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  8. Ci sarà sempre qualcuno che lo ricorderà e cercherà d'imitarlo consapevole che non vi riuscirà.Resta sempre d'immensa difficoltà riuscire a metter insieme,etica,fine senso politico,capacità,carisma e,il coraggio della coerenza.Ora siamo allo sfascio totale ma confidiamo nel futuro al di là di noi.Grazie per questo appassionato ricordo.Mario P.

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